TECNICA RAKU
Dopo la foggiatura - eseguita con una terra specifica - e la prima cottura, seguono la smaltatura e una seconda cottura veloce a 920°, quindi si estrae dal forno l’oggetto incandescente. Tale estrazione, data l’elevata temperatura del forno, non è di semplice esecuzione e dunque non priva di rischio, come ogni fase della lavorazione della ceramica. L’oggetto prelevato dal forno viene poi messo nella segatura (processo detto “di riduzione”) affinché dopo l’acqua, l’aria e il fuoco, anche il fumo possa influire sulla lavorazione e quindi sul risultato finale.
La riduzione conferisce agli oggetti risultati cromatici e iridescenze unici cosi come unica è la bellezza di ogni oggetto, grazie ai cavilli disegnati dal craquelé (effetto decorativo caratterizzato da sottili fessure che si formano sulla superficie dello smalto, dovuto al differente coefficiente di dilatazione di impasto e rivestimento). Questi oggetti sono frutto di una reinterpretazione occidentale della tecnica Raku, nata nel XVI secolo in Giappone e il cui ideogramma significa “gioire il tempo”.
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